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Amantea Scoglio di Coreca: decisioni rinviate

Riceviamo e pubblichiamo.

Aggiornato il Consiglio Comunale straordinario relativo all’intervento di tutela previsto in località Coreca. Vista la delicatezza dell’argomento che vede tutti concordi nel salvaguardare le bellezze paesaggistiche ma contemporaneamente vorrebbe essere in grado di proporre un’alternativa seria in tempi ragionevoli, si è ritenuto di convocare la conferenza dei capigruppo per martedì mattina, e nel pomeriggio il consiglio comunale per determinarsi.
I rappresentanti delle associazioni che hanno prodotto due relazioni, una firmata da Franco Falsetti del WWF ma a nome e per conto di tutto il cartello di associazioni Pro-Scoglio e l’altra firmata dal dott. Nicola Cantasano del CNR, sono fiduciosi che l’amore per questo territorio e la ragione subentreranno, confidiamo nel buon senso e non saremo quindi costretti a ricordare che “un altro disastro si poteva evitare” per i prossimi 30/50 anni come già avvenuto per il porto di Amantea. La buona salute di una democrazia è legata all’esistenza di cittadini non solo informati, ma profondamente coinvolti e tenuti in debita considerazione, perché, la cosa pubblica è di tutti.
Da quando siamo partiti con il nostro “NO” al progetto, abbiamo creduto che il coinvolgimento di ogni singolo cittadino ai problemi della città sia l’unica soluzione per rimettere in circolo energie e competenze diffuse. Ci siamo mossi nella trasparenza assoluta, per evitare che esistano zone d’ombre veramente insopportabili quando si parla di interventi invasivi, c’è bisogno di un fermo al progetto, pur se temporaneo, sei mesi di sospensiva per valutare ed evitare scelte che rinfacceremmo a noi stessi in futuro, scelte che riteniamo impoverimento della società oltre che devastazione del territorio.

WWF (Francesco Saverio Falsetti e Michele Parise), C.G.I.L. (Massimiliano Ianni), BORGO CHIANURA (Antonio Cima), L’AQUILONE (Alessandro Garritano e Bonavita Felice), CONSIGLIO DI FRAZIONE Campora S.G. (Enzo Garritano), ALTERNATIVA (Ottaviano Di Puglia), LEGA NAVALE (Arch. Saverio Magnone), VIVO ALTERNATIVO (Francesco Reale e Vincenzo Bruno), CITTADINANZA PRO-ATTIVA (Guglielmo Garritano), PRO-LOCO Campora (Vittorio Mendicino), A.I.C.S. Gianluca Vltri, L’AQUILONE Luciano Guido, ASSOCIAZIONE ARTIGIANI (Fioravante Spina), SCUBA ADVENTURE CLUB (Francesco Gaudio), THE CONVENT CENTRE (Diana Bruni), FARE AMBIENTE (Aurelio Longo), SPI/CGIL (Salvatore Amendola), CONDOMINIO LE MANDRELLE (Stefano di Benedetti), ISCA HOTEL (Salvatore Malito), HOTEL LA SCOGLIERA (Pasquale Suriano).

Allegati:
  • Relazione CNR;
  • Relazione WWF e Associazioni Varie


RELAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA RELATIVA ALLO SCOGLIO DI CORECA

RELAZIONE BIOLOGICA
Il territorio marino costiero della scogliera di Coreca, sito a circa tre chilometri a sud dell’abitato di Amantea (Cs), rappresenta un tipico habitat marino costiero mediterraneo, che potenzialmente potrebbe ospitare una ricca e variegata flora e fauna sommersa, in analogia e continuità territoriale con il Parco Marino Regionale degli “Scogli di Isca”.
Nell’ambito del Sistema Parchi della Regione Calabria, che comprende cinque Parchi Marini Regionali, l’estensione dell’area marina protetta alla scogliera di Coreca si propone di proteggere un tipico ambiente marino costiero del Mediterraneo occidentale, contraddistinto da specie vegetali ed animali caratteristiche, alcune delle quali endemiche e di notevole valore biologico.
La scogliera di Coreca risulta composta da un gruppo di dieci scogli tra i quali quello di Coreca, detto “il Capoto”, è il maggiore per estensione e dimensioni con una superficie emersa di circa 50 metri quadrati. I fondali detengono un rilevante valore biologico grazie alla presenza diffusa di praterie di Posidonia oceanica, ecosistema “climax” dei piani mobili infralitorali del Mediterraneo e habitat prioritario ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/UE. La protezione e valorizzazione ambientale del sito potrebbe realizzare le seguenti finalità:
  1. Conservazione di specie animali e vegetali di rilevante valore biologico.
  2. Tutela della biodiversità marina e degli equilibri complessivi del territorio.
  3. Salvaguardia e valorizzazione del paesaggio.
  4. Conoscenza scientifica finalizzata al monitoraggio ed al censimento delle specie, con particolare riferimento agli endemismi mediterranei.
  5. Fruizione turistica, culturale, didattica e ricreativa del sito.

Il quadro generale di grave crisi degli ambienti marini costieri impone una visione globale ed integrata delle zone costiere. Risulta, infatti, chiaro ed evidente che la salvaguardia delle acque litorali deve essere considerata nell’ambito delle linee programmatiche e delle azioni previste per l’assetto del territorio retrostante. La costa e l’entroterra dovrebbero assumere la fisionomia di un sistema ambientale unitario la cui gestione richiede un’impostazione integrata.
La flora sommersa del Parco Marino Regionale “Scogli di Isca” risulta caratterizzata da una specie vegetale, Posidonia oceanica (Linnaeus) Delile, endemica del Mediterraneo, in via di regressione lungo taluni tratti del perimetro costiero italiano e da una ricca flora algale composta da 49 specie fitobentoniche di cui 34 rodoficee, 8 feoficee e 7 cloroficee. Il problema della tutela e della conservazione degli ambienti marini costieri richiede un’approfondita conoscenza delle interazioni tra le attività umane presenti nel territorio e le zone in regime di vincolo ambientale. Tra questi sistemi esiste un continuo scambio di materiali ed energia che deve pervenire a condizioni di equilibrio. Diviene, pertanto, necessaria un’attenta e rigorosa analisi ambientale al fine di poter valutare il livello di fruizione antropica delle risorse marine compatibile con le capacità omeostatiche dell’ambiente marino costiero. In tale ambito, diviene opportuno, nella valutazione del potenziale ambientale, l’utilizzo di alcuni indicatori biologici quali gli indici floristico - vegetazionali. In generale, nell’ambito delle specie algali, esistono numerosi organismi particolarmente sensibili all’inquinamento e dal rapporto tra le principali divisioni sistematiche si possono evincere dati preziosi per un’analisi, sia pure generica, delle condizioni ambientali. Dai dati presenti in letteratura, si rileva, infatti, un graduale aumento delle rodoficee procedendo da zone inquinate verso acque pure mentre diminuisce l’abbondanza relativa delle cloroficee, che risultano, invece, dominanti in aree antropizzate. Nelle acque del Parco le buone condizioni ambientali sono confermate da un’elevata percentuale di rodoficee pari al 68% e da una bassa percentuale delle cloroficee pari al 15% della compagine floristica complessiva. Si potrebbe, pertanto, ritenere che l’area marina protetta rappresenta un tipico esempio di ecosistema costiero in equilibrio dinamico che, attraverso fasi evolutive successive, non ha ancora raggiunto lo stadio di “climax” stabile.
La fauna annovera tra le principali specie animali una popolazione stabile di Epinephelus guaza (Linnaeus), la cui presenza su questi fondali, che raggiungono una profondità massima di 23 metri, testimonia la conservazione di un tipico ecosistema marino mediterraneo in perfetto e delicato equilibrio dinamico con l’ambiente costiero, oggi soggetto ad una forte pressione antropica. Il luogo è inoltre zona di passaggio per delfini, stenelle, tartarughe marine, aironi, ecc…
Le conoscenze scientifiche risultavano, fino ad alcuni anni orsono, piuttosto scarse essendo limitate ad una sola pubblicazione di carattere geologico (Lena G., 1990). Dall’anno 1997, sono stati avviati i primi lavori scientifici volti alla conoscenza della flora presente nell’area marina protetta. Tali studi hanno portato alla pubblicazione di una breve guida divulgativa dedicata a Posidonia oceanica (Cantasano 2001) e ad un lavoro scientifico sulla flora del Parco Marino (Cantasano 2003).
Sono, inoltre, in corso di realizzazione due programmi di ricerca a livello regionale: un primo progetto dedicato al censimento geografico regionale delle praterie di Posidonia oceanica ed un secondo relativo alla tutela delle tartarughe marine.
Il programma di monitoraggio sulla Posidonia oceanica, detto “Progetto Posidonia”, rientra in un piano nazionale di monitoraggio, attivato da parte del Ministero dell’Ambiente, relativo alle praterie di Posidonia oceanica presenti lungo le coste italiane. Tale programma, destinato alla protezione di habitat marini costieri di rilevante importanza comunitaria nel Tirreno meridionale, ha portato all’inserimento degli “Scogli di Isca” tra i siti S.I.C. (Siti di Importanza Comunitaria) dell’Unione Europea. Le strumentazioni scientifiche, acquisite grazie ai fondi del progetto “Life Nature ‘99”, potrebbero, infine, consentire la creazione del primo laboratorio regionale di botanica marina lungo la costa tirrenica calabrese.
Il progetto Tartarughe risulta, invece, finalizzato al recupero e al successivo rilascio in mare delle tre specie di tartarughe marine presenti nel Mar Mediterraneo ed in particolare della specie Caretta caretta (Linnaeus), garantendo all’occorrenza interventi di pronto soccorso e veterinari, volti alla salvaguardia di questi antichi rettili marini, a rischio di estinzione. Questo programma di pronto intervento ha permesso di salvare una settantina di esemplari in difficoltà e/o spiaggiati lungo il Tirreno cosentino.
La realizzazione di tutte queste iniziative rimane subordinata alla proposta di ampliare l’estensione dell’area marina protetta onde consentire una migliore gestione ed una più ampia fruizione pubblica del Parco. La proposta di ampliamento consentirebbe, infatti, una maggiore e più estesa tutela ambientale del territorio costiero secondo il principio di “area vasta” voluto dalle Direttive europee (Gambino, 2004)
In conclusione la tutela e la valorizzazione dell’area marina protetta deve realizzarsi attraverso tre livelli distinti ma tra loro complementari:
  • Un primo livello di difesa e tutela del parco marino, che richiederà un costante ed efficiente controllo teso a prevenire eventuali abusi nelle zone di riserva integrale e generale.
  • Un secondo livello didattico e divulgativo volto a favorire una maggiore sensibilizzazione pubblica verso la conservazione degli ambienti marini mediterranei e la tutela delle specie vegetali ed animali in pericolo di estinzione (Posidonia, tartarughe marine, ecc…).
  • Un terzo livello strettamente scientifico che richiede specifiche attrezzature, locali adeguati (come ad esempio un acquario, un laboratorio e una vasca di acclimatamento per la cura delle tartarughe marine) e soprattutto un personale dalle adeguate competenze professionali in grado di garantire il buon funzionamento e lo sviluppo del Parco marino in ambito regionale e nazionale.
F.to Nicola Cantasano
Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo (ISAFOM) UOS Rende (Cs)
Responsabile Scientifico Ente Parco Marino Regionale “Scogli di Isca”
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BIBLIOGRAFIA



Cantasano N., 2001 – La Posidonia oceanica, polmone verde del Mediterraneo. W.W.F. Italia. Stampa Poligrafica Publyelle, Amantea (Cs.).
Cantasano N., 2003 - Taxonomic analysis of algae in Isca Marine Reserve. Annali di Botanica, Roma, Vol.3 no.1.
Gambino R., 2004 - Conservazione e pianificazione dei sistemi di area vasta. In: Atti Conv. Naz. W.W.F. ITALIA ONLUS “Ecoregioni e reti ecologiche” Roma, 27-28 Maggio 2004:34-36.
Lena G., 1990 – Parco marino “Oasi blu Scogli di Isca”. Dip. Ecol. Sez. Geogr. Univ. Calabria, Arcavacata di Rende (Cs.): 1-10.


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Al Sig. Sindaco del Comune di Amantea 
Al Presidente del Consiglio Comunale di Amantea 
All’Amministrazione comunale di Amantea 
Alle Rappresentanze Politiche di opposizione 

Oggetto: RELAZIONE AMBIENTALE SCOGLIO DI CORECA

Quella che chiameremo Relazione di Tutela Ambientale che ci pregiamo sottoporre alla presa d’atto di codesto spett.le Consiglio Comunale vuole solo rappresentare le istanze di tanti cittadini e Associazioni che vivono il territorio amanteano. 
Siamo uomini e donne che viviamo ad Amantea e la vorremmo sempre la nostra “‘a Mantiella a Terza”, vorremmo che chi ha deciso, decide o decidesse di dedicare anni della sua vita ad amministrarla lo facesse nell’interesse e nel rispetto di tutti, vorremmo conservane le sue bellezze, il suo territorio, e sicuramente lo straordinario scenario che si presenta agli occhi del visitatore quando si affaccia sullo Scoglio di Coreca.
All’inizio del secolo scorso tanti concittadini furono costretti a lasciare questa terra con pochi effetti racchiusi in una mesta valigia di cartone - ebbene – tutti quei compaesani, in quella valigia, portavano le foto di amici e parenti ma anche dei luoghi e, sicuramente, in tante di quelle fantomatiche valige c’era una fotografia dello Scoglio di Coreca, l’immagine simbolo di cui tutti quegli uomini e quelle donne sono stati fieri di mostrare come fosse una reliquia, il loro vanto.
Con la stessa fierezza vorremmo che oggi vi determinaste, un gran bel gesto di appartenenza che Vi potrà solo fare onore, chi rinnega la propria storia, in genere, rinnega se stesso e siamo sicuri che manterrete la linea che nelle riunioni di questi giorni Vi ha contraddistinti – maggioranza ed opposizioni – insieme per Amantea, tutelare si ma nel rispetto dei luoghi – questo, costituisce il primo anello della catena valutativa della sostenibilità. 
Riteniamo che alla nostra richiesta di sospensiva di almeno sei mesi per trovare – tutti insieme - delle soluzioni che tengano nel giusto conto l’impatto visivo, che è il punto di forza di Coreca e di tutta la nostra bella cittadina proprio non si può dire di no.
Da domani si deve cominciare a lavorare per coinvolgere tutte le potenzialità tecnico-ingegneristiche ed architettoniche, Enti di ricerca (le due università calabresi), CNR ecc. ecc.
Le Associazioni sono convinte che questa storia è destinata a concludersi con la formulazione del resoconto Ambientale e il conseguente giudizio di sostenibilità che deve, per forza, dare a questo territorio tutta l’attenzione che merita, iniziando a confrontarci per valutare la coerenza degli obiettivi strategici mirati ad imporre gli orientamenti di sostenibilità ambientale – ma anche economica e sociale – che via via si andranno a delineare, dove i termini principi saranno programmazione e pianificazione ma sempre in coerenza con la conservazione del paesaggio che caratterizza il sito. 
Il quadro emerso, ad oggi, ci fa guardare verso una immediata richiesta di allargamento dell’area sottoposta a tutela degli Scogli di Isca, già sito SIC dal 1996, che vada ad includere tutto lo specchio d’acqua di Coreca, o in alternativa di proporne il censimento tra i “Geositi” della Provincia di Cosenza e quindi della Regione Calabria.
Insomma tutelare in sostanziale coerenza del concetto di “Tutela del Bello”, per prima cosa necessita la stesura di un primo quadro conoscitivo del contesto costiero, nonché a mettere in luce le principali questioni tecnico-ambientali, suscettibili di evolvere negativamente in criticità in assenza di specifiche misure correttive, misure da contestualizzare in una visione d’insieme. Per esempio scongiurare l’utilizzo di materiale prelevato nel fiume Oliva, già caratterizzato dagli Enti di controllo regionale (fortemente inquinato) ed inserito nei siti da sottoporre a bonifica.
Sarà cura della successiva fase di analisi e valutazione, in occasione della stesura del Rapporto Ambientale, non solo la forma di intervento preferita ma, la perfetta integrazione quantitativa e qualitativa dell’intervento stesso attraverso un adeguato sistema di parametri e indicatori – delle prime valutazioni comparative qui avviate, ma più in generale la messa a punto di un articolato meccanismo di confronto-valutazione tra le opzioni progettuali che consentiranno ai cittadini di dire la sua e scegliere il modello più adeguato ed efficace di intervento, competitivo e sostenibile alle esigenze avanzate dal quadro ambientale, economico, sociale, culturale del nostro territorio. 
Pertanto, tra le priorità per il sito:
  • acquisire i dati e le informazioni necessari alla costituzione del quadro conoscitivo territoriale generale;
  • indicare le zone e i beni da destinare a particolare tutela delle risorse naturali, della salvaguardia e dell’eventuale ripristino degli ambienti fisici, storici e monumentali nonché recepisce i siti interessati da habitat naturali e da specie floristi che e faunistiche di interesse comunitario e le relative tutele;
  • indicare i criteri per la conservazione dei beni, nonché per la tutela delle identità storico – culturali dei luoghi, disciplinando le forme di tutela, valorizzazione e riqualificazione del territorio in funzione del livello di integrità e rilevanza dei valori paesistici; 
  • attuando la Convenzione Europea del Paesaggio, contrastando i cambiamenti climatici e accrescendo la competitività. 
Tale finalità va letta su sei diverse piste tematiche che propongono una esplicitazione di questa nei seguenti obiettivi generali: 
1. Uso del suolo; 
2. Biodiversità; 
3. Energia, Risorse, Ambiente; 
4. Mobilità; 
5. Sviluppo economico; 
6. Crescita sociale e culturale. 

Il tempo per poterci confrontare è stato davvero poco, solo da una settimana siamo venuti a conoscenza della volontà di ripropinarci tale sciagurato progetto da parte della Regione Calabria. 
Dialoghiamo è valutiamo le possibilità alternative di intervento, comunque poco impattanti visivamente e sicuramente sotto il livello del mare, interventi che in altre realtà sono state poste in essere (vedi tutela Rupe di Tropea) ed hanno raggiunto l’obbiettivo di tutela nel rispetto dei luoghi. 
Amantea, come l’intera Umanità, non può più permettersi di devastare, di inquinare e soprattutto di ignorare le leggi che regolano la tutela in tutte le sue sfaccettature che, se compromessa, difficilmente è rimediabile.
Uniamoci a quelli che reagiscono all’indifferenza con la consapevolezza che dalla nostra intelligenza e riflessione dipende la sopravvivenza delle generazioni future da cui, noi, abbiamo solo preso in prestito il territorio con il fine di riconsegnarlo come lo abbiamo ricevuto.

Amantea lì, 11 settembre 2014

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